Dal 12 marzo torna in libreria la Trilogia Noir di Roberto Pegorini con il primo capitolo “Cuore Apolide”.
Torna in libreria Roberto Pegorini con la sua Trilogia Noir, la prima triade di romanzi che lo hanno consacrato scrittore noir per eccellenza. iDobloni edizioni acquisiscono così i diritti dei primi tre romanzi che vedono come protagonista il giornalista investigativo Fabio Salvi, con l’intenzione di pubblicarli da marzo a giugno con cadenza quasi mensile.
Il primo titolo della Trilogia è proprio Cuore Apolide che sarà nuovamente disponibile in cartaceo ed ebook a partire dal 12 marzo.
La trama
Fabio è un giornalista di cronaca nera, Stefano un poliziotto di un commissariato milanese. Il primo è schivo, malinconico e innamorato della sua professione, il secondo è allegro e vivace. Ad unirli un’amicizia vera nata sul posto di lavoro. Quando però decidono di aiutare Katia, una giovane maestra di asilo convinta che un bambino sia vittima di maltrattamenti da parte del padre, una persona potente e pericolosa, il loro rapporto vacillerà. Durante le indagini entrambi subiranno il fascino di Katia, ma mentre Stefano è single, Fabio è in piena crisi sentimentale con la sua fidanzata Marika. A questo si aggiungerà un misterioso stalker che tormenta le notti del giornalista. E come sfondo troviamo una Milano molto nostalgica.
L’autore
Roberto Pegorini è nato a Milano nel 1969 ed è laureato in giurisprudenza. Di professione giornalista, da oltre trent’anni si occupa prevalentemente di cronaca nera. Nel 2002 pubblica il suo primo romanzo Vita a spicchi con prefazione di Gianmarco Pozzecco, a cui faranno seguito dal 2011 cinque noir: Cuore apolide, La doppia tela del ragno, Nel fondo più profondo, Almeno non questa notte (menzione a Giallo Garda e quarto posto al premio letterario internazionale Città di Sarzana), Lo hijab mancante. Di sé dice: “La solitudine mi sa fare buona compagnia e io la so fare a lei. Dico troppi pochi no, amo il vino rosso e Dublino, odio la neve in città e mi emoziono ancora davanti al mare.”
Fabio parcheggia la sua Rover 214 verde acqua forse un po’ troppo distante dal marciapiede, ma non è quello a preoccuparlo. Piuttosto, scende a verificare se con il cofano ha invaso le strisce pedonali. Al massimo dieci centimetri. Alza le spalle più mentalmente che fisicamente, chiude le portiere con la chiave elettronica dell’auto e si incammina verso il commissariato.