Da gennaio 2022, Il candeliere a sette fiamme di Augusto De Angelis torna in libreria.

Da gennaio 2022, torna in libreria “Il Candeliere a sette fiamme” di Augusto De Angelis, in una versione interamente “restaurata” dalla Libreria del Giallo e del Noir “Il Covo della Ladra”.

Il libro è stato scelto dalle libraie, Mariana Marenghi e Barbara Monteverdi, per aprire la neonata collana de “I Dobloni” da loro stessa curata e che ha come scopo, la riscoperta dei classici che hanno fatto la storia di un genere.

Il Candeliere a sette fiamme” è stato scritto nel 1936 dal giornalista e scrittore Augusto De Angelis ed è il sesto romanzo che ha come protagonista il commissario Carlo De Vincenzi. Acuto e sensibile, quasi un poeta delle indagini, De Vincenzi è capo della squadra mobile prima a Milano e poi a Roma. Nei diciotto romanzi scritti da De Angelis seguiamo il suo metodo quasi scientifico, e allo stesso tempo profondamente umanistico, nel venire a capo a crimini e vicende che si dipanano tra questioni internazionali, o drammi borghesi. A distinguerlo, però, dai suoi colleghi letterari, c’è una profonda curiosità e una sana vogli di sapere che lo vedono, spesso, intento a studiare di psicologia e filosofia, tra un caso e l’altro. Alcuni lo hanno definito il modello più letterario di commissario alla Maigret, ma a noi piace vederlo come il primo commissario propriamente detto della nostra tradizione letteraria italiana.

Ne “Il Candeliere a Sette fiamme“, De Vincenzi dipinge uno scenario che, però, ci porta fuori dagli schemi milanesi, e poi romani, dei drammi quotidiani e cittadini, alla Balzac. Quella che viene messa in scena è quasi uno spy story, un intrigo internazionale che si muove sullo sfondo di questioni politiche che ancora oggi affliggono la nostra contemporaneità. Tra Israele e Palestina, tra antichi candelieri trafugati e efferati omicidi, vediamo De Angelis uscire dai confini della sua giurisdizione, tra treni, piroscafi e il cocente sole egiziano. Carlo De Vincenzi si trova alle prese con una affaire forse più grande di lui e con il quale si dovrà misurare, pagina dopo pagina, ma che il suo acume e la sua tenacia non lascerà andare tanto facilmente.

La trama de Il Candeliere a sette fiamme

Scritto nel 1936 dalla penna di uno dei maestri del genere, Il Candeliere a Sette fiamme è una delle indagini più intense del suo, oramai mitico, commissario De Vincenzi.

Chi è l’uomo trovato morto in un albergo di infimo ordine di Milano? Chi sono veramente i due principali sospettati? Sul luogo del delitto viene chiamato il commissario Carlo De Vincenzi, capo della squadra mobile di Milano, insieme al vice commissario Sani e il maresciallo Cruni.
Ben presto, però, quello che sembra solo un caso di omicidio, si straforma in un intrigo internazionale che ci porta sul Mediterraneo e fuori dalle nebbie milanesi, sulle tracce di un misterioso candeliere. Una indagine che si muove sullo sfondo di un tema, per l’epoca, appena nato: la questione israelo-palestinese.

L’autore

Augusto De Angelis nasce a Roma nel 1888. Laureatosi in Giurisprudenza, sceglie la carriera giornalistica che, presto, lo porta a Milano, dove scrisse per alcuni quotidiani nazionali, tra cui “La Gazzetta del Popolo”, scrive drammi e commedie teatrali, biografie, saggi e si impegna come traduttore dal francese. Il suo primo romanzo propriamente detto è una spy story, Robin agente segreto, scritto nel 1930, ma è con la creazione del commissario Carlo De Vincenzi che si guadagna la definizione di “scrittore di gialli”. Il primo della serie, composta da 18 romanzi in tutto, è del 1935, Il banchiere assassinato, pubblicato dalle allora edizioni Medusa.

La sua attività di scrittore non si esaurisce qui. In un’Italia fascista che faceva del giallo una questione di propaganda e che arriva, nel 1941, a bloccare qualsiasi pubblicazione di romanzi di genere, Augusto De Angelis lavora alacremente come teorico del genere, cercando di dare lustro al romanzo giallo e, soprattutto, creando così le linee per un giallo che non “copi” il successo anglosassone, ma che diventi davvero specchio e spunto di riflessione per la società contemporanea.

Il suo dichiarato antifascismo, espresso senza remore negli articoli pubblicati su “La Gazzetta del popolo” dal 25 luglio all’8 settembre 1943, lo porta all’arresto nello stesso anno con il successivo trasferimento al carcere di Como. Da qui ne uscirà, molto provato, nel 1944 per tornare nella sua abitazione, a Bellagio, sul Lago di Como. Pochi mesi dopo, nella stessa Bellagio, viene aggredito da un “repubblichino”. A causa dell’aggressione, Augusto De Angelis morì pochi giorni dopo.