Dal 20 aprile, in libreria e on line, torneremo a leggere uno dei primi romanzi di fantascienza italiano: Il Signore del Tempo di Giuseppe Lipparini.
La collana de iCartesiani si arricchisce di un nuovo titolo, che ci porta direttamente nel panorama della narrativa di anticipazione, ovvero la prima fantascienza concepita in ambito letterario italiano. Stiamo parlando de “Il Signore del Tempo” di Giuseppe Lipparini, dapprima pubblicato nel 1901, a puntate, sul quotidiano “Il resto del Carlino”, poi in versione integrale come romanzo, nel 1904, per la Remo Sandron Editore.
“Il signore del tempo” racconta la storia di un eminente scienziato che inventa una vera e propria macchina in grado di catturare le tracce lasciate, nel tempo, da coloro che vissero nel passato più antico, come in quello più vicino.
Per un errore nella preparazione delle lastre fotografiche, il professor Schwarz trasforma la sua macchina fotografica in un vero e proprio “cronoscopio”, in grado di catturare e poi proiettare le immagini del passato come se si guardasse un film al cinema. Sono immagini eteree ed evanescenti che mostrano le tracce lasciate dalle persone, e dalle loro azioni, nel flusso temporale. Quando Schwarz annuncia la sua scoperta alla comunità scientifica a cui appartiene, lo stupore e l’esaltazione della stessa è altissima. Ma cosa accadrebbe se l’occhio indiscreto della macchina fotografica potesse cogliere l’intimità e toccare la privacy di ognuno? L’opinione pubblica come accoglierebbe questa possibilità? E, di conseguenza, si è pronti ad abdicare al proprio diritto alla riservatezza, per la lotta alla prevenzione di atti criminosi o l’amore per la ricerca storica?
Siamo nel 1901, fuori dai confini italiani vengono concepiti romanzi come “The Time Machine” di Herbert George Wells o “L’historioscope”, “Il Cronoscopio” di Eugène Mouton. Probabilmente Lipparini si rifà direttamente a questi esempi per il suo “Il Signore del Tempo”, ma lo fa centrando uno dei temi chiave della narrativa legata al “viaggio nel tempo”, quelli legati alla privacy e al diritto alla riservatezza di ogni singolo individuo.
La sua “macchina fotografica” di scrittore, così, sembra aver catturato non solo il passato, ma le linee di un futuro possibile, un futuro che il nostro presente sta ancora percorrendo e che ci porta a riconsiderare il concetto di riservatezza, di regole sociali e della necessità di sviluppare un proprio pensiero critico e consapevole nei confronti delle innovazioni che ci circondano.
Perché, anche se la scienza e la tecnologia progredisce velocemente nel loro percorso di ricerca, l’animo umano ha bisogno di molto più tempo per capire, valutare e considerare i limiti di una innovazione “senza limiti”.
Scopri il Libro
In una notte di stelle silenziose, il professor Antonio Schwarz fa una scoperta in grado di rivoluzionare non solo la scienza, ma la concezione stessa che gli studiosi hanno della dimensione “tempo”. Grazie ad un errore chimico, trasforma una qualsiasi macchina fotografica in uno strumento in grado di cogliere diapositive direttamente dal passato. Del quello più antico a quello più recente. Cosa accadrebbe, però, se nella vita di tutti noi ci fosse qualcosa in grado di spiare la nostra intimità e le nostre decisioni? Che potesse sapere, nostro malgrado, tutta la verità sulla vita di ogni cittadino? Scritto nel 1902, “Il Signore del Tempo” può essere definito il primo romanzo di anticipazione scritto in Italia, con la forza di porre interrogativi ancora fin troppo attuali. E in fondo, viene da pensare che Giuseppe Lipparini abbia trovato un metodo non solo per fotografare il passato, ma per cogliere anche il nostro futuro.
ISBN: 9788894718232
Ebook: 9791222094625